Volendo affrontare sotto una nuova luce il tema del rapporto tra l’innovazione tecnologica a fini didattici e la nostra Scuola, ci è sembrato doveroso cominciare a porre il tema al protagonista indiscusso di questo nuovo tempo che stiamo vivendo, ossia CHATGPT.

“Il rapporto tra l’innovazione tecnologica a fini didattici e la scuola in Italia è complesso e in continua evoluzione. Uno dei fattori fondamentali è costituito dalla Formazione degli Insegnanti: l’adeguata formazione degli insegnanti è fondamentale per sfruttare appieno le potenzialità della tecnologia in classe. Tuttavia, alcuni insegnanti potrebbero avere bisogno di ulteriori risorse e supporto per sviluppare competenze digitali…………..”

Non si può non concordare con tale affermazione ed il fatto che anche l’AI ne sia consapevole deve farci riflettere. Ma siamo proprio certi che per gli insegnanti l’unico problema all’adozione della tecnologia sia quello di un’efficace formazione ?

Lo abbiamo chiesto a Salvatore Rionero, CEO di SCUOLAB, spin-off di PROTOM (società leader in ITALIA nel settore dell’INNOVAZIONE) attiva nel settore dell’EDUTECH già da qualche anno e la cui peculiarità è quella di realizzare prodotti che, utilizzando le più evolute tecnologie, supportino nuovi metodi di apprendimento.

“Quando abbiamo lanciato SCUOLAB eravamo ben consapevoli delle difficoltà che avremmo incontrato nello scegliere la scuola quale mercato di riferimento ma la sostanziale assenza di soluzioni tecnologiche a supporto della didattica ed, al tempo stesso, l’enorme disponibilità di tecnologia a costi accessibili, ci ha convinti a lanciare la sfida”

Quanta parte delle difficoltà cui faceva riferimento è legata al corpo docente ?
“Il corpo docente di cui lei parla è ovviamente un insieme di donne ed uomini estremamente variegato, motivo per il quale ogni generalizzazione rischia di essere inutilmente superficiale. Rispetto all’introduzione delle nuove tecnologie nei loro metodi formativi, la nostra esperienza ci dice però che vi è un aspetto che li accomuna e non mi riferisco alla loro cultura digitale”


Avrei detto il contrario; e qual è allora quest’aspetto ?
“Le nostre soluzioni, siano esse software o hardware, sono estremamente semplici da utilizzare e questo ci viene confermato ogni qual volta le introduciamo in una nuova scuola, sia dai professori che dagli alunni. Il vero problema è invece legato alle motivazioni che dovrebbero spingere un insegnante ad adottare i nostri laboratori virtuali o piuttosto il nostro CLASSMATE ROBOT. Pur convenendo sul potenziale valore del loro utilizzo, troppo spesso ci sentiamo dire: “ma a me, chi me lo fa fare ? Perché a parità di stipendio ed in assenza di chiare direttive ministeriali, dovrei mettermi ad affrontare un nuovo modo di insegnare? ” Capisce bene che di fronte ad una simile risposta non vi è innovazione che tenga”


Quali, dal suo punto di vista, le azioni necessarie per superare questo ostacolo ?
“Restituire alla scuola il ruolo fondamentale che merita nella società, restituendo agli insegnati il prestigio del loro lavoro; al netto delle retribuzioni, che certamente andrebbero adeguate agli standard europei, le motivazioni personali sono intrinsecamente connesse al riconoscimento del proprio valore”